Se tornassero gli “strilloni”. Le edicole durante l’emergenza covid-19
Vi ricordate tutte le notizie degli ultimi mesi relative alle edicole, tra chiusure di attività storiche di quartiere e domande, legittime, sulla ormai effettiva utilità dell’edicola come punto di distribuzione dell’informazione nel momento storico in cui l’informazione digitale ha preso il sopravvento mandando in crisi anche le più rinomate testate giornalistiche mondiali?
In questi giorni di bombardamenti mediatici, tra notizie superficiali, fake news, ma anche approfondimenti di ottimo livello e aggiornamenti puntuali sulla pandemia e sul covid-19, non faccio altro che pensare al ruolo delle edicole e degli edicolanti, essendo queste, tra le altre cose, una delle attività commerciali che di diritto possono restare aperte. “Di diritto” perché il Governo, nel dpcm, le ha inserite tra le attività non destinatarie delle restrizioni per un motivo: perché è un diritto del cittadino restare informato.
In questo periodo di lockdown, paradossalmente, l’edicola dovrebbe essere una delle poche attività in attivo o, quantomeno, una delle attività commerciali che ha la possibilità di fatturare. C’è chi parla di rilancio delle edicole solo per questo; ma non so voi, io ogni volta che esco di casa, l’edicola la vedo sempre vuota e l’edicolante sempre più solo e sconsolato.
Allora, se è vero quanto è vero che ogni avvenimento che ci catapulta in una crisi, dovrebbe stimolare una reazione in grado di trasformarlo in una nuova opportunità, mi sono chiesto come l’edicola e l’edicolante potrebbe riprendere vigore in questa situazione e da queste condizioni.
L’edicolante, oltre che continuare a svolgere il proprio lavoro, che è quello di commerciante, potrebbe inventarsi un nuovo mestiere o, meglio, offrire un nuovo servizio che avrebbe un valore enorme per i suoi clienti.
Valore che si tradurrebbe in prezzo. Un prezzo, giustificato, nettamente superiore rispetto al costo di una copia di un comune quotidiano o di una comune rivista.
Come per tutti i lavori, però, occorrono competenze che, soprattutto in un momento di transizione dai vecchi ai nuovi servizi, non tutti si ritrovano. Occorrerebbe quindi (e qui il soggetto più giovane dovrebbe avere l’intraprendenza di proporsi) costruire una forma di collaborazione, magari, tra edicolante (che fungerebbe da editore) e giornalista/blogger (che gli passerebbe la rassegna).
L’edicolante potrebbe diventare un editore e un distributore di notizie tematiche; news verificate; approfondimenti pubblicati su più riviste digitali, citando fonti e link di riferimento. Quelle cartacee hanno uscite settimanali, quando non mensili. L’edicolante, allora, potrebbe avvalersi della velocità degli aggiornamenti digitali. Dopo aver selezionato, o dopo aver ricevuto le notizie selezionate da giornalista/blogger, potrebbe stamparle, rilegarle, “strillarle” e rivenderle a quelle tante persone non ancora in possesso di un computer, di un tablet, o che non hanno quella dimestichezza di ricercare e riconoscere le notizie rilevanti, certe, e gli approfondimenti degni di attenzione. Inoltre, pensate ai dati sulla situazione sanitaria, che in questi giorni vengono forniti e aggiornati in tempo reale da più canali (istituzionali e non). Pensate a quanti realmente sanno leggerli e interpretarli. Pensate se ogni giorno, in ogni quartiere di un comune, una edicola distribuisse i dati relativi a quel comune e a quella città. Pensate il valore che un servizio del genere potrebbe avere in termini di conoscenza dei fatti, di diffusione di indicazioni corrette da seguire, ecc.
Darebbe vita ad un nuovo prodotto editoriale. Cartaceo ma veloce: un nuovo contenitore di notizie utili agli abitanti del quartiere.
Si, ho detto strillarle, perché mi vengono in mente gli “strilloni”. Immaginateli in questo periodo, per strada, a richiamare l’attenzione delle persone sulle notizie da approfondire, sui dati da conoscere e sulle indicazioni utili e certificate da seguire sul tema coronavirus. Non so voi, ma in tutto questo io non vedo robot, non vedo intelligenza artificiale, vedo solo persone che si avvalgono della tecnologia, che rinvigoriscono il proprio lavoro e rendono un servizio sociale alla comunità.
fonte foto: https://www.ilpost.it/2014/02/10/strilloni/strilloni-12/