Ruoli di rappresentanza
Sono impegnato in vari ruoli di rappresentanza: sono vicepresidente nazionale del gruppo giovani della CNA, che è la confederazione nazionale della piccola e media impresa artigiana. Siedo al tavolo dell’osservatorio della città metropolitana di Napoli. Sono impegnato attivamente nel forum della responsabilità sociale di impresa. Tutti ruoli che mi stanno regalando tante nuove competenze: da quel pizzico di diplomazia che il mio carattaraccio teneva a distanza alla capacità di relazionarmi in contesti molto più formali e burocratici rispetto alle abitudini quotidiane. Ruoli che mi hanno fatto avvicinare, e direi quasi appassionare, anche alla materia politica intesa nell’accezione che gli dava Weber. Ruoli che mi stanno aiutando ad avere coscienza di cosa vuol dire la responsabilità sociale.
A prescindere dalle mie attività in questi organismi, sono convinto che la collaborazione, la condivisione di obiettivi comuni, possa portare singole persone, professionisti, aziende, a diventare delle comunità capaci di cambiare le cose e di spostare gli equilibri a beneficio del bene comune. Oggi però occorre metterci la faccia. Occorre che ognuno svolga un proprio compito all’interno delle comunità. Il partito politico, l’associazione di categoria, ecc. non devono essere più intesi come la campana sotto la quale esser protetti, in cui sviluppare i propri interessi. Viceversa, oggi siamo noi che esponendoci, credendo nella missione – non sarebbe più corretto parlare di ideali – della comunità di cui ci sentiamo parte, conferiamo a quella sigla che andremo a rappresentare una credibilità che è propria della nostra persona, del nostro modo di intendere la responsabilità sociale. Gli interessi diventano trasparenti e comuni. Per questo è fondamentale che le strutture si snelliscano, che siano sempre pronte ad effettuare quel cambio generazionale che le possa garantire nuova linfa, ma più realisticamente di restare in vita.
Il ruolo della rappresentanza deve essere svolto da persone preparate e appassionate. Non è più tempo di persone legate alle poltrone. I tempi cambiano, i bisogni cambiano, ogni giorno il mondo innova in tutti i settori. E oggi dobbiamo essere veloci ad acquisire le capacità per gestire queste innovazioni. Occorre quindi porre ai vertici delle comunità e ai ruoli di responsabilità persone competenti, preparate, lungimiranti.