La rilevanza: quando Ebay scrisse l’algoritmo di Facebook
La rilevanza dovrebbe essere il nostro obiettivo. In ogni cosa. Non ambire subito al fatturato, neanche al successo o alla fama, ma alla rilevanza. Il resto verrà da sè.
A me il funzionamento degli attuali algoritmi dei social network l’ha insegnato l’ecommerce.
Credo fosse dieci anni fa quando, ad un tratto, Ebay decise che gli oggetti ad apparire per primi nel motore di ricerca della piattaforma sarebbero stati quelli più venduti.
D’un tratto non aveva più senso far scadere le inserzioni ogni ora, ogni 24 ore, cosicché potessero apparire per prime tra gli oggetti “più recenti”.
Non aveva neanche più tanto senso inserire il prezzo più basso sulla piattaforma per farli apparire in alto nelle ricerche per quelli “più economici”.
Ebay aveva cambiato l’algoritmo.
Allora dovevi imparare ad editare l’inserzione come se avessi dovuto allestire la miglior vetrina del centro commerciale. Doveva essere bella. Doveva attrarre. Doveva essere ricca di contenuti pertinenti col prodotto. Doveva comunicare tutte le informazioni utili agli utenti cosicché l’oggetto potesse risultare il più appetibile del mercato, e venisse acquistato. E non importava se vendevi lo stesso oggetto di tanti altri commercianti: se la tua vetrina era la più bella e la gente iniziava a comprarlo nel tuo negozio, allora gli altri potevano anche chiudere baracca. Avrebbe vinto sempre il più venduto; e più vendeva e più aveva possibilità di vendere.
L’algoritmo mi stava presentando la Rilevanza.
Credo fu lì che mi innamorai della concretezza di questo mondo in cui sì, potevi fare il botto grazie all’articolo di moda proposto al prezzo migliore, e godere di piacere per la vendita spot; un mondo in cui, però, da quel momento, se non fossi diventato bello, interessante, e non avessi iniziato a offrire contenuti di valore, non avresti mai potuto ambire a far crescere l’identità del tuo brand.
Dovrebbero programmare con l’algoritmo della rilevanza ogni contesto in cui ci muoviamo: se non vali non vendi. Se non vendi perdi posizioni.
Al bando le inutili chiacchiere. I fatti sul tavolo. In modo che anche le chiacchiere debbano arricchirsi di contenuti essenziali e utili a fare i fatti.