Formazione Imprese

La concentrazione è la migliore risorsa che l’uomo ha a disposizione sul lavoro

Di il 29 Settembre 2020

La concentrazione. Per favore, fate i corsi di formazione sulla concentrazione. Formiamo professionisti che sappiano lavorare concentrati e vedrete che non occorrerà mai aver timore che le nuove tecnologie e i robot ci portino via il lavoro. Vedrete anche che la crescita delle aziende con poche risorse umane ben concentrate e poche tecnologie a disposizione risulterà più veloce rispetto alla crescita delle aziende con tante risorse umane che lavorano svogliatamente con le tante e perfette tecnologie che la grande azienda gli mette a disposizione

A volte mi meraviglio del fatto che io riesca a ricordare, più o meno precisamente, dati e numeri che riguardano il mio lavoro, anche dopo alcuni giorni dall’ultima lettura di quei dati e di quei numeri. In più, col passare dei giorni, conoscendo il mio lavoro e tenendo d’occhio i trend che generano quei dati, la mia mente allenata è come se li aggiornasse automaticamente avendo contezza di eventuali imprevisti, picchi improvvisi, variazioni dovute a fermi produzione, ritardi di consegne, merce resa, ecc.

A volte capita che i report che leggo diano numeri diversi da quelli che ho in mente e nella mia mente è come se scattasse un allert: “Qualcosa non va. In me o nel report, qualcosa non va”. Faccio qualche verifica, incrocio un po’ di dati, e nel 99% dei casi qualcosa non va nei dati del report. Qualcosa non va nei dati del report semplicemente perché i report vengono aggiornati da algoritmi che lavorano in automazione senza tener conto dei troppi fattori di cui prima: merce resa, fermi macchina, ecc.;
Questo avviene perché, ovviamente, che l’azienda sia piccola o grande, non ci sono risorse umane destinate alla riprogrammazione dell’algoritmo ad ogni variazione imprevista. Attenzione, rileggete: ho detto “riprogrammazione dell’algoritmo” e non “aggiornamento del dato”.

L’uomo programma l’algoritmo.
Il dato lo genera l’algoritmo in base agli input di programmazione.

Tornando alle difficoltà delle aziende: non è pensabile, realisticamente, che ad ogni imprevisto l’algoritmo venga riprogrammato in base alle nuove temporanee variazioni di tempo, spazio, quantità, ecc. (mutazione delle variabili) dovute all’imprevisto. Ragion per cui molto spesso i dati letti nei report risultano sballati perché l’automazione è perfetta nella sua dinamica nascente, ma poi procede incompleta nell’elaborazione perché non tiene conto delle variazioni, e genera dati errati.

L’automazione, gli elaboratori, sono perfetti finché tutti i processi sono perfetti. Quando il processo che porta al completamento dell’elaborazione subisce degli imprevisti, dovremmo essere perfetti anche noi a dare tempestivamente gli input all’elaboratore di modo che lui possa rielaborare i dati. E l’input non è solo il nuovo dato da inserire, ma è una riprogrammazione dell’algoritmo capace di dire all’elaboratore che da quel momento e per un determinato lasso di tempo, i dati deve generarli tenendo conto di determinate nuove variabili e variazioni di processo. Inutile dirvi che le aziende che riescono a fare questo sono pochissime. Per farvi capire la difficoltà di un allineamento del genere, vi dico solo che Amazon non riesce a tener conto di tutto perché i vari dipartimenti tra loro non comunicano in tempo reale.

In conclusione: sono sempre più convinto che l’uomo non deve mai aver timore di perdere il proprio lavoro a causa delle nuove tecnologie e dei robot, perché è l’uomo che controlla e programma i robot e si avvale delle nuove tecnologie solo per avvantaggiarsi nel suo lavoro.

Quando ho iniziato questo post dicendo che mi meraviglio di me stesso, in realtà ho detto una bugia. La verità è che io mi meraviglio del fatto che gli altri mi guardino e si meraviglino di tutto questo.
Mentre loro si meravigliano io in realtà mi incazzo per un motivo molto semplice: credo di non avere nessuna capacità particolare che mi porti spesso ad essere più preciso dei report generati in automazione; e credetemi sulla parola, la mia memoria è scarsa. Mi incazzo perché sono convinto che non faccio nulla di trascendentale, ma semplicemente quando mi occupo di un qualcosa mi concentro, e se mi occupo di una cosa quotidianamente, e quotidianamente sono concentrato su ciò che mi occupo, la mia mente e la mia memoria si allenano a ragionare velocemente considerando ogni eventualità anche fuori dai meccanismi abitudinari, a ricordare le variabili, e a ricalcolare i dati tenendo di ogni variazione avvenuta durante il processo solito.

Credo che se tutti lavorassimo concentrati risparmieremmo un casino di tempo, sapremmo riconoscere quali tecnologie potrebbero risultare più utili al nostro scopo, e sapremmo usarle nella maniera migliore per migliorare costantemente.

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