il discorso di briatore sul prezzo della pizza
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Il discorso di Briatore sul prezzo della pizza dovrebbe riaprire il dibattito sui gap tra nord e sud

Di il 21 Giugno 2022

Vorrei ragionare con voi su qualcosa che va oltre il discorso di Briatore sul prezzo della pizza. Diciamo che la cosa la prendiamo solo come spunto per ragionare sulle differenze endemiche tra nord e sud.

Premessa in sintesi: Briatore ha detto che la pizza non può costare 4€. Il prezzo della sua Margherita è di 14€.

Ognuno può pensarla come crede. Oggettivamente, su alcuni discorsi, c’è chi ha torto e chi ha ragione. Ma non lo ribadiamo qui. Diamo anche per assodato che parliamo di tutti imprenditori onesti, contribuenti, e che trattano il personale in maniera adeguata.

A fare i prezzi dei prodotti ci sono alcuni elementi oggettivi che però sono variabili: ingredienti, contesto, posizione, esperienza, servizio. L’insieme di questi elementi giustifica o meno il prezzo di qualunque prodotto.

Fine della premessa e voltiamo pagina.

L’altro giorno in caffetteria una signora chiese una Coca Cola da portare via. Quindi senza neanche il servizio al tavolo o al banco. 1,50€. Un signore dall’aria simpatica che stava consumando il suo caffè e il suo cornetto al banco, iniziò a sorridere quasi esterrefatto. Quando la signora della Coca Cola andò via, gli chiedemmo cosa l’avesse

divertito tanto. Rispose che lui faceva il nostro stesso lavoro, è proprietario e gestisce in prima persona un bar/tavola calda a Misano, vicino Rimini. Nulla di eccezionale ci ha tenuto a dire, un semplicissimo locale che lavora per lo più con gli avventori del circuito. Sorrideva tanto perché lui una Coca Cola così, da asporto, la vende 3€. Non fece domande. Non chiese perché, nulla. Sorrideva soltanto, come quando uno dà per scontato una cosa perché conosce la realtà, e però quando si trova a viverla non può fare a meno che sorprendersi e reagire d’istinto. Sorrideva assai.

Ecco. Tralasciamo per un attimo tutte le nostre belle analisi sulle pizze, i prezzi che ogni imprenditore vuole dare ai propri prodotti e all’esperienza che offre nel suo locale. Prendiamo come oggetto un prodotto standard come una bottiglina di Coca Cola.

Vi chiedo perché.

È come se tutti dessimo per scontato che tra nord e sud debba esserci una differenza di prezzi sui prodotti. Anche sui più banali che non pretendono un servizio accessorio.

3€ a fronte di 1,50€ vuol dire un profitto maggiore del 100% su un prodotto.

Se torniamo alla pizza e pensiamo alle zone periferiche di qualsiasi città probabilmente è vero che al sud avremo pizzerie che propongono una Margherita a 4€. Al nord difficilmente ne troveremo una che la propone al di sotto degli 8€.

Se prendiamo in esame il caffè espresso, semplice, al banco, da sempre c’è un gap di almeno 0,20€ tra le proposte dei bar al nord e quelli al sud (e io sono tra quelli che non giustificherebbe mai il prezzo di 2€ per un espresso se non giustificato da un’esperienza diversa rispetto allo standard).

Il mercato immobiliare è più o meno livellato tra nord e sud. Le zone in del nord (lasciamo perdere Milano) costano più o meno quanto quelle del sud. Le zone periferiche del nord costano più o meno quanto quelle del sud.

Il costo del lavoro, per gli imprenditori onesti, è uguale sia al nord che al sud.

Ci sono imprenditori, soprattutto ristoratori, che aprendo locali dal format identico in diverse zone d’Italia, dove propongono le medesime esperienze a supporto dei medesimi prodotti, differenziano i prezzi da nord a sud.

La domanda quindi è perché? Perché, anche a parità di condizioni, diamo per scontato che al nord lo stesso prodotto lo pagheremo più caro? E perché la cosa ci appare tanto normale.

Ecco, io mi concentrerei su questo: proverei a lavorare per scardinare questi preconcetti che da decenni, forse secoli, relegano, nel mercato in generale, le imprese del sud ad una posizione inferiore rispetto a quelle del nord. Preconcetti che costringono gli imprenditori del sud a sforzarsi il doppio rispetto a quelli del nord; che costringono i più coraggiosi a dover giustificare proposte di prezzi normali per rispondere alla più banale delle osservazioni quando si presenta un conto superiore agli standard: “e che stai a Milano?”.

È sugli standard che dobbiamo lavorare. Dobbiamo annullare i preconcetti imposti da storia e dai luoghi comuni. E questo dobbiamo farlo come cittadini.

E poi, da imprenditori, dobbiamo alzare il livello delle proposte, delle esperienze, e dei servizi. Sempre rimanendo liberi di offrire le pizze a 4€ o i caffè a 1€ se si riesce, e se si vuole.

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