“Casa mia è Cantù e la Lombardia è la mia terra. E Napoli per me resta una fogna infernale, emblema dell’ Itaglia intera dalla quale mi tengo lontano”.
Non siamo altro che persone. Come tali, se usassimo semplicemente il buon senso nelle nostre azioni quotidiane, riempiremo le nostre vite di relazioni basate quanto meno sul rispetto reciproco.
Da tempo considero l’azienda un’entità sociale. Del resto, il diritto ci insegna che questa è un soggetto giuridico a tutti gli effetti, privato. Le persone che la guidano sono soggetti giuridici.
Le persone e le aziende risiedono in un territorio in cui il comune – che è un ente territoriale di base dotato di un certo grado di autonomia amministrativa dedicato agli interessi della popolazione locale – è un soggetto giuridico pubblico alla cui guida c’è un sindaco che, a sua volta è un soggetto giuridico.
Tutti insieme siamo l’ingranaggio che mette in moto la vita sociale, economica, civica di un macro-soggetto giuridico pubblico a cui apparteniamo tutti: Lo stato al cui interno – nonostante le pecche che ogni soggetto porta in seno in proporzione alla sua dimensione e alla sua importanza in termini di ruolo nella società – siamo chiamati ad un vivere civile regolato dall’insieme delle norme che compongono l’ordinamento giuridico necessario ad una sana convivenza.
Possiamo in questo modo far capire che il rispetto deve essere sempre alla base di ogni rapporto. Perché qualsiasi sarà un domani il nostro ruolo, saremo sempre soggetti fisici e giuridici in una società fatta di persone che, qualora ci comporteremo come il sig. Bizzozero, ci riconoscerà come un virus da debellare per continuare a far crescere sano il soggetto giuridico più importante: lo stato.