Imprese

Saper cercare lavoro implica capacità di lettura e di scrittura

Di il 16 Dicembre 2019

Cercare lavoro è un lavoro. Saper cercare lavoro è un vantaggio per chi lo cerca. La ricerca del personale segue logiche lineari, ben definite, alle quali, da imprenditore, farò riferimento nel momento in cui ne sentirò il bisogno; per cui questo post non vuole assolutamente essere di insegnamento né verso chi svolge il mestiere di “ricercatore di risorse umane”, né verso chi, dall’altra parte, sta ricercando un nuovo lavoro. Per un semplice motivo: non ne ho le competenze.
Fatta questa doverosa premessa, e tornando nella imperfetta realtà quotidiana, credo di poter affermare che la ricerca del personale segue logiche anche non lineari. Su questo, invece, mi va di ragionare.

Come in tutte le cose, il contesto in cui opera l’azienda che sta ricercando la risorsa umana fa la differenza: il luogo di lavoro, le dimensioni dell’azienda nel numero di dipendenti e nell’organizzazione, il fatturato, il settore di riferimento in cui opera, i principali canali di mercato in cui agisce, sono tutti elementi da tenere in considerazione in quanto la stessa figura, denominata allo stesso modo in quanto a ruolo, può essere adatta o meno all’azienda che la ricerca a seconda, appunto, del contesto e delle differenze tra gli elementi che distinguono una piccola azienda da una grande. Quel contesto occorre che il candidato “sappia leggerlo e interpretarlo”. Se si sta leggendo un’opportunità di lavoro condivisa in un sito che non è preposto alla offerta di lavoro, occorre saper andare oltre le parole, oltre le definizioni, occorre saper comprendere i bisogni dell’azienda; occorre saper effettuare delle ricerche inerenti i nomi che si stanno leggendo, siano essi nomi propri, di brand, o la ragione sociale della azienda a cui ci si sta interessando. Una volta lette le informazioni generate dalla ricerca occorre, appunto, interpretarle e poi incastrarle con le proprie competenze, esigenze, e decidere se è il caso di proporsi o desistere.

Cercare lavoro: la differenza tra un annuncio di lavoro e la condivisione di un’opportunità lavorativa

Nella condivisione informale di un’opportunità di lavoro, tra le righe, c’è scritto tutto quanto c’è da sapere, proprio come c’è scritto in un annuncio di lavoro formale. La capacità di comprensione e di interpretazione, sia del testo che del contesto, può dare al potenziale futuro datore di lavoro le prime essenziali indicazioni sulla decisione che dovrà prendere di incontrare o rifiutare il candidato, ancor prima della lettura del suo cv, semplicemente dal modo in cui effettua il primo approccio attraverso una risposta, un commento, o un messaggio scritto in risposta al post condiviso e da cui ne sta venendo a conoscenza.

L’annuncio di lavoro è scritto in maniera professionale, segue delle logiche proprie della materia, è scritto da persone competenti che svolgono ruoli preposti in apposite aziende il cui servizio principale è la ricerca del personale per quei clienti che le commissionano il compito affidandole un mandato. Solitamente lo si trova sui siti di queste aziende sotto forma di “annuncio di opportunità di lavoro”; questo avrà un suo codice di riferimento che gli permetterà di essere condiviso ed essere facilmente reperibile anche da ogni piattaforma esterna al sito. In questo annuncio troviamo descritte in maniera dettagliata i requisiti richiesti al candidato, la realtà aziendale in cui questi dovrebbe essere inserito, il ruolo e le mansioni che dovrebbe svolgere, fino al compenso previsto per il lavoro richiesto.

La differenza tra la ricerca del personale in una piccola azienda e in una grande azienda

Se avessi voluto ricercare in maniera formale le risorse umane per la mia azienda mi sarei affidato ad Osvaldo Danzi che di professione fa l’head hunter. Sul sito dell’azienda per cui opera professionalmente potete infatti ritrovare annunci di lavoro che scrive (vedi sopra), riportati poi anche sul suo sito personale. Attenzione, ciò non vuol dire che i professionisti non debbano o non possano condividere le opportunità sui propri profili social personali, anzi, semplicemente lo fanno con criterio: sul profilo scrivono, talvolta con messaggi più coinvolgenti, dei semplici abstract con il link di riferimento all’annuncio, a cui rimandano gli utenti per le informazioni che richiedono. Proprio come fa Osvaldo in questo caso.

Visto che la mia azienda è ancora una piccola impresa, ma soprattutto visto che, per ora, non ritengo sia il caso affidarmi ad agenzie per il lavoro, ho deciso che preferisco affidare la ricerca del personale (di collaboratori interni) per la mia azienda, a quel “banalissimo” passaparola che si genera sui social network dalla condivisione di un messaggio da parte di amici che possono avere tra i loro contatti persone interessante al ruolo; messaggio che spiega in linea di massima ciò di cui abbiamo bisogno. E così è successo venerdì scorso, quando, conversando con Giulia Bezzi e condividendo con lei le difficoltà che ho avuto negli ultimi anni a trovare la figura ideale da inserire nella mia azienda (Torrefazione Carbonelli) come social media manager, Giulia si è offerta di scrivere un post sul suo profilo Linkedin che richiamasse l’attenzione dei suoi contatti potenzialmente interessati.

Dal confronto tra il post di Giulia e quello scritto da Osvaldo per SCR, che vedete nell’immagine precedente, è possibile riscontrare la differenza di scrittura tra quella che è una semplice condivisione di una opportunità, e un formale annuncio di lavoro.

Saper leggere ed interpretare i messaggi. Scegliere, di conseguenza, il modo giusto di proporsi o desistere

La condivisione del post di Giulia ha generato i risultati sperati in termini di diffusione del messaggio: è stato visualizzato oltre diecimila volte generando vari commenti e contatti in privato. Il punto è che, nonostante il mio nome e quello della mia azienda fossero stati bene evidenziati nel post, c’è stato chi ha chiesto a chi occorreva rivolgersi per proporre la propria candidatura. Qui inizia quello che io intendo per “saper leggere” il messaggio: siamo tutti d’accordo che, solitamente, si è abituati a leggere frasi del tipo: se interessato invia la tua candidatura a indirizzoemail. Ma visto e considerata la leggerezza ed il tono amichevole di Giulia, la spontaneità della sua condivisione, con conseguenti miei commenti di ringraziamento con toni altrettanto amicali, il tutto sotto ad un post che, in ogni caso, è stato condiviso su un social network che, seppur nato per essere considerato il più professionale viene utilizzato ormai da tutti in modo quantomeno informale, direi che chiunque avrebbe potuto intervenire direttamente scrivendo al sottoscritto in maniera diretta, anche solo per chiedere l’indirizzo email a cui inviare il cv. E invece, qui tutta la pazienza di Giulia…

Altra cosa che accade spesso è che si legga un post del genere, leggero, informale, e si risponda come se si stesse leggendo un annuncio di lavoro formale al quale mancano informazioni essenziali come la RAL, lasciando percepire già un certo scetticismo, una risposta che parte da un utente che appare già sentirsi offeso per non aver ricevuto tutte le informazioni necessarie a decidere se è il caso di candidarsi. Ecco, considerando sempre il concetto base di dover essere in grado di, in questo caso, interpretare il messaggio, sarebbe bastato mettere in atto quella minima ricerca delle info sull’azienda, di cui si è detto, per rendersi conto della dimensione della stessa. Una volta compreso che si stava approcciando ad una piccola azienda, la richiesta pubblica della RAL, su un social network, sotto un post condiviso da un “amico comune” in via del tutto amicale, sarebbe dovuta risultare quantomeno inopportuna al candidato stesso, che avrebbe dovuto attendere un secondo contatto prima della richiesta; contatto durante il quale, si sarebbero proposti tutti i dettagli, compreso la RAL. C’è da dire che tra le differenze tra micro piccole aziende e le grandi aziende, c’è quella che, la stragrande maggioranza dei piccoli imprenditori, non avendo un ufficio risorse umane nelle proprie aziende, e quindi non avendo un referente interno che si occupi di questi dettagli, non conoscono neanche il significato dell’acronimo RAL. Lo chiamano stipendio. E lo pensano su base mensile.

Le domande lecite sono legittime. Il luogo ed il momento in cui si pongono le rendono meritevoli di risposta o meno. L’errore diventa controproducente. Rispondere in maniera scontrosa, negando l’interesse prima mostrato, solo perché ti si sta facendo notare in maniera netta che l’approccio è stato sbagliato e la domanda inopportuna, è inopportuno. Saper leggere ed interpretare il contesto da cui viene condiviso un messaggio è fondamentale.

Se cerchi clienti va dove c’è chi cerca fornitori

Proprio perché Giulia ha compreso bene la mia visione di “comunicazione aziendale” e le mie esigenze, ha condiviso il messaggio in maniera inequivocabile evidenziando la mia intenzione di voler inserire la risorsa all’interno dell’organico aziendale. Tradotto: opportunità di assunzione. Beh, nonostante la chiarezza del messaggio e dei miei articoli condivisi ovunque, la cui lettura avrebbe fatto intendere che non avrei mai affidato la comunicazione della mia azienda ad un’agenzia esterna. Tutte operazioni che avrebbero richiesto lo sforzo e la capacità di compiere quella ricerca preliminare che tutti i candidati dovrebbero effettuare prima di inviare una candidatura, ecco che arrivano puntuali le meravigliose opportunità di figure che non si intende che ruolo vorrebbero avere, o di agenzie che offrono i propri strabilianti servizi per la gestione della comunicazione.

Se non sai cosa cerchi non posso offrirtelo. Se lo fai come hobby non puoi lavorare per me

Quando vengono condivisi, sui social, post di opportunità di lavoro, non mancano mai messaggi di persone con cui sei in qualche modo in contatto, che si palesano ma senza lasciarti intendere il motivo. Dopo il loro messaggio non sai se sono interessati al lavoro, se vogliono proporsi (sbagliando) come freelance esterni, o altro. Non si sa. Non si capisce. Sicuramente non lo sapremo perché poi, oltre alle parole, gioca un ruolo importante la percezione, la sensazione; ed avere il sentore che sia tu a farmi un favore se arriveremo a sentirci telefonicamente, dopo che mi stai scrivendo perché hai letto che io offro lavoro, non è che mi stimoli a chiamarti per scoprirlo.

Ancor peggio, ma credo non ci sia neanche bisogno che mi dilunghi nella spiegazione delle ragioni, è il messaggio di chi nel primo contatto si presenta dichiarando che svolge come hobby la mansione per cui tu stai offrendo lavoro, e si candida.

Le parole sono fondamentali. Bisogna saper leggere e scrivere

Questa è la mia conclusione. Ma è anche l’ultimo paragrafo di questo post, e lo lascio in bianco perché mi piacerebbe che lo riempiste voi con le vostre considerazioni in merito.

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